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VENT' ANNI DEL "BIZZARRI"

PROF. GUALTIERO DE SANTI, Ordinario di Letterature Comparate - Università degli Studi "Carlo Bò" di Urbino

Vent’anni fa un gruppo di studiosi, intellettuali e operatori culturali sanbenedettesi si mobilitarono attorno al nome di Libero Bizzarri per riaprire in Italia la questione del documentario, riannodando  un discorso rimasto in sospeso dopo la  stagione del neo-realismo ma insieme interrogandosi su quale fossa stata la sua evoluzione.  Quella scelta lungimirante – che condusse alla creazione del Premio Bizzarri, con le  iniziative della annuale rassegna, le scelte editoriali, l’apparizione di una rivista unica in Italia perché incentrata sul doc (adesso leggibile in rete) – anticipò largamente un interesse che poi si trasmise a quasi tutti i festival italiani, grandi e piccoli. Oggi il documentario ottiene un’attenzione di gran lunga maggiore di quanto non accadesse appunto agli inizi del 1990; è presente nei palinsesti televisivi ma soprattutto nelle sale, alla pari con i film di finzione; i suoi autori sono oggi più riconosciuti. Ebbene, a questo risultato ha contribuito anche il Premio Bizzarri: con le sue selezioni; con la scoperta di alcuni autori oggi considerati imprescindibili; con gli omaggi  a grandi maestri italiani e stranieri, tra i quali vorremmo almeno ricordare Michelangelo Antonioni. Un bilancio, il nostro, di cui ben scorgiamo le criticità ma di cui anche andar fieri: che non potevamo non ricordare e celebrare, anche a garanzia del nostro lavoro futuro.